[SUONI] [MUSICA] [MUSICA] Salve a tutti e bentornati. Sappiamo che la nascita dei centri urbani in Italia è anticipata da un processo molto lungo che possiamo osservare in quest'area dalla metà circa del secondo millennio a.C. Osserviamo in particolare ora l'evoluzione di questa regione, il Lazio, dove Roma è stata fondata. Dal punto di vista fisico, il Lazio è limitato dal fiume Tevere, dalla costa e dagli Appennini all'interno. È una pianura alluvionale lungo il fiume, costiera lungo il mare, con un massiccio centrale, i Monti Albani, e una catena minore che anticipa l'Appennino e divide la costa da questa valle interna. Il Lazio è il paese dei Latini ed i Latini erano circondati da altri popoli: gli Etruschi a nord del Po, i Sabini, gli Equi, gli Ernici ed i Volsci. In epoca così antica, non è stato sviluppato ancora da questi popoli un racconto pienamente storico, che si basa su fonti affidabili, però noi conosciamo ciò che loro pensavano delle loro origini grazie alle loro memorie, che sono sviluppate in modo mitico, ma che possono contenere dei nuclei affidabili e comunque sono il prodotto di quella cultura elaborato per raccontare l'origine di loro stessi. Ad esempio, si credeva che i primi abitanti sul sito di Roma fossero degli dei: il dio Giano, con due teste, in questa zona, che dà il nome al colle, il Gianicolo, e Saturno, un altro dio, che abitava in quest'altra parte del sito di Roma. Si credeva che il Lazio fosse stato invaso da un popolo, gli Aborigeni, che scese lungo la valle del Tevere, abitando nel centro d'Italia. Aborigeni è un nome che non significa nulla, Aborigeni significa le persone che abitavano dall'origine in quel luogo. Gli Aborigeni sarebbero quindi discesi dal centro della penisola nel Lazio e dopo di loro sarebbero arrivati un altro popolo, i Troiani, navigando fino alle rive del Tevere. I Troiani erano sotto la guida di un nobile, Enea, che si spostò a Roma dopo la distruzione di Troia con i superstiti, il padre e il figlio, come rappresentato in questa scultura del II secolo d.C. Enea sarebbe quindi dunque giunto sul sito di Roma, da Roma si sarebbe mosso a fondare Lavinium, un'altra città, unendosi con gli Aborigeni e creando così un nuovo popolo, il popolo latino. Il figlio di Enea si sarebbe poi spostato da Lavinium sul monte Albano per fondare una città nuova, Albalonga. La figlia dell'ultimo re di Albalonga è la mamma dei gemelli che fondarono Roma, Romolo e Remo. In questo modo veniva spiegato il collegamento tra Roma e la storia più antica del Lazio. Ma questi miti erano vari, c'erano delle varianti e un altro mito racconta invece che il Lazio era suddiviso in origine in 30 distretti. I distretti prendevano il nome da gruppi umani, li chiamavano populi, che vivevano in quell'area. Noi possiamo identificarli perché da una lista sacra son rimasti dei nomi che ricordano località storicamente note e così si possono localizzare, vedete questi puntini, i centri che hanno dato il nome alle singole sottoregioni del Lazio così antico. Questi populi erano uniti da un rito comune che si celebrava in un santuario qui, sul monte Albano, vicino Albalonga, che era il centro leader di questa lega di populi. La distribuzione di questi populi ricorda la distribuzione dei siti archeologici, che vedremo tra un po', il punto singolare è che, mentre in tutto il Lazio sono separati da uno spazio più o meno regolare, nel sito di Roma, fin dalle origini ce ne sono tre molto vicini. E così possiamo immaginarci il sito di Roma, presso un guado sul Tevere, con i tre populi nelle aree che noi possiamo attribuire loro grazie alle memorie che le fonti letterarie antiche ci hanno conservato. Questa è un'altra pianta di come possiamo ricostruire la distribuzione di questi populi, noti da una lista sacra, e si può fare un confronto interessante. Tra le memorie più importanti che gli antichi avevano c'erano i miti di fondazione di ogni centro, ogni città aveva un fondatore e di questo fondatore si raccontavano le imprese. In questa carta vediamo i centri del Lazio e alcuni, quasi tutti, hanno vicino questi quadratini rossi, il quadratino rosso indica la presenza di un mito legato ad Albalonga oppure a Lavinium, quindi alla saga più antica del Lazio. Se confrontiamo la distribuzione dei populi e la distribuzione dei miti, vediamo che la corrispondenza è quasi assoluta, il che ci aiuta a supporre che c'è accordo nelle memorie degli antichi e forse in questa memoria un relitto di un'organizzazione federale originaria molto antica può essere sopravvissuto. Dal punto di vista della documentazione archeologica le cose cambiano, perché non abbiamo racconti, ma abbiamo dei resti che dobbiamo classificare, analizzare e interpretare. Il processo che abbiamo visto in atto su tutta la costa orientale dell'Italia, con il finire dell'età del bronzo, comincia a svelare differenziazioni. Nel Lazio appare una cultura materiale a parte: in Etruria abbiamo la stessa cultura che si evolve in un sistema di singoli villaggi lungo le valli dei fiumi; nel Lazio il sistema dei villaggi è analogo. Una prima separazione rispetto alla fase più antica è che sul sito di Roma non ci sono più tre realtà, ma solamente due, e soprattutto i resti materiali ci rivelano che solo in quest'area si creano degli oggetti con quella tecnica e quella forma. Gli oggetti archeologici, i cambiamenti degli oggetti archeologici, ci aiutano a identificare quelle che gli archeologi chiamano culture e dalla metà del XI secolo a.C. circa si identifica la cultura del Lazio, che si articola in una serie di cambiamenti, che gli archeologi chiamano fasi, e che si estendono dalla metà del X secolo a.C. fino alla fine del VII secolo a.C., come vedete nell'immagine. La prima fase è quella dell'XI secolo. Gli elementi caratterizzanti sono questi, nessun abitato di quest'epoca è stato scavato in estensione, però grazie alle tombe conosciamo questi materiali che ci fanno ricostruire il quadro della cultura. Il rito funerario è quello dell'incinerazione, il morto veniva incinerato, le ceneri poste nel vaso più grande del corredo della tomba e poi questo vaso con altri oggetti venivano seppelliti entro fosse. Qui abbiamo degli altri esempi, il cinerario con il corredo, ci sono armi miniaturizzate in questa fase, e ancora, e ancora, qui si vede un dettaglio dello scavo, la fossa con il cinerario, questa volta a forma di una capanna reale ed il corredo nella tomba. Stessa tomba in un disegno dell'Ottocento e ancora tombe da Roma, queste tombe a Roma si trovano nei fondi valle, ancora le sommità dei monti non hanno queste tombe, e qui ancora un'altra tomba da un'altra località del Lazio. È una cultura che accomuna l'intero Lazio in questo momento, con il passaggio dall'età del bronzo all'epoca del ferro, in Etruria i villaggi vengono abbandonati e le persone si concentrano a vivere in pochi luoghi molto più grandi rispetto agli abitati più antichi. Nel Lazio tutto questo non succede perché la pianta dell'età del ferro è analoga a quella della fine dell'età più antica, ma con un cambiamento, uno solo ma molto importante: gli insediamenti sul sito di Roma diventano un insediamento solo, molto grande. La cultura cambia ancora, le forme dei vasi cambiano, le vedete qui, il rito funerario cambia, dall'incinerazione si passa all'inumazione e appare la scrittura per la prima volta, appare in un momento in cui ancora i greci non sono arrivati a stabilirsi nell'Italia del sud, come vediamo in questo vaso che si può datare alla fine del secolo IX a.C, dove è stata incisa questa scritta, oppure semplici segni come su queste asce in bronzo trovate in un deposito vicino Ardea. Passando dal IX secolo all'VIII, i cambiamenti diventano sempre maggiori. Questo vaso appare ora ed è un vaso che serve a consumare il vino, questi vasi piatti servono a consumare la carne, anche le abitudini alimentari cambiano, la società si evolve, la ricchezza delle persone cambia, il ruolo delle persone cambia, appaiono le armi di nuovo, vedete qui un altro vaso per il consumo del vino, e appaiono le cosidette tombe principesche, sono tombe particolarmente ricche, la società è cambiata, gli insediamenti sono più grandi e si stanno trasformando in centri in cui arriverà l'elemento politico, e quindi nasce la città. [SUONI]